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Grotte da favola, itinerari trekking che lasciano a bocca aperta!
La salita verso il nido dei calabroni marini era stata breve ma faticosa, ad alcuni ragazzi era sembrata eterna. Il bivio che avevamo inforcato in direzione “Falesia dello scorpione” ci aveva imposto un’improvvisa e ripida arrampicata, interrompendo un tranquillo camminare accanto al greto del Rian. In aiuto le radici dei lecci spuntavano copiose ed erano facili da agguantare.
Amaze Poi l’ultimo tratto, a carponi di fianco al precipizio, con noi guide pronte a spingere gli instabili verso la parete occupata da campanule dalle foglie uguali. Infine quello spiazzo, leggermente in pendenza, per alcuni approdo meritato, per tutti trampolino di sguardi a testa in su, di bocche spalancate simili a quegli alveoli che impreziosivano le pareti di calcare. L’opera miocenica scavata dai pungiglioni di questi terribili animali si concedeva alla nostra meraviglia. Ancora qualche istante nel silenzio e poi avrei proseguito a raccontare di acqua e vento, di Poseidone, dello squalo bianco e degli osteopellicani, del lungo esilio.
L’acqua, sì, in un tempo lontano, a partire da Pianmarino, si sarebbe fatta inghiottire da questa pietra porosa e depurare da argilla purissima, sino a creare “Mamma Pollera” e a regalarci corpi di animali un tempo marini, svuotati...
Estrapolazione a partire dalla Favola: “Qui comanda l’acqua, comanda il vento” di Luca Sibona.